Ma che piccola storia ignobile

Nel tempo sono giunto alla conclusione che spesso le istituzioni umane sono strutturalmente ingiuste, create per il benessere di chi detiene un potere, anche microscopico, in quel specifico settore e non per quello degli altri individui, che questo potere lo subiscono. La lezione di C. Beccaria (1738-1794) è antica, ma semplice e utile per guidarci anche oggi nella riflessione che vi propongo: “la società nel suo complesso deve godere di un diritto di autodifesa, da esercitare in misura proporzionata al delitto commesso”.

Eppure sempre mi stupisco come tanti, con cui parlo, credendosi nel giusto e lontani da uno specifico comportamento discutibile, che non fa parte del loro habitus mentale, sentendosi, direbbe F. De André, come Gesù nel tempio, alla fin fine con una scrollata di spalle accettano queste ingiustizie legate a norme restrittive e assurde, anzi ritengono fra sé e sé che il colpevole sia stato giustamente punito e la società sarà così salvaguardata e protetta dal reiterarsi del comportamento delittuoso. Salvo poi ricredersi quando qualche forma di ingiustizia li tocca direttamente.

Esistono miglia di micro-norme legali, dotate anche di un apparato sanzionatorio, che non solo non vengono rispettate, ma sostanzialmente vengono disconfermate, dalla continua inadempienza dei cittadini. Su altre invece la punizione si abbatte in termine non equilibrati, ma vessatori.
Molte di queste norme assurde si concentrano per esempio nel Codice della Strada, che prevede qua e là regole che hanno come unico scopo la raccolta di denaro per le Amministrazioni, che irrogano una pena sempre e solo pecuniaria. È, a mio avviso, scandaloso che le multe per contravvenzioni al Codice della strada siano una voce di Bilancio indifferenziata dei Comuni e non un Fondo vincolato al diretto superamento della problematica specifica, che ha originato la sanzione.

Il tema dei delitti e delle pene non va trattato in termini generali, ma nel caso particolare e quindi racconterò questa piccola storia ignobile (che non riguarda miei familiari o amici o conoscenti) ma mi è stata raccontata da una persona fidata, che aveva la piena conoscenza dei fatti. Storia integrata poi da quello che so. Riguarda un ritiro di una Patente per guida per stato di ebrezza, che per l’entità dell’abuso rilevato con l’etilometro (inferiore allo 0,80 g/l, valore al di sopra del quale si entrava in una fattispecie penalmente rilevabile) ha portato solo a un provvedimento amministrativo (art 186 C.d.S).

Quindi un giovane di circa 20 anni passa la sera con la fidanzata in un locale, beve alcolici e, senza avvedersi di aver superato il limite delle unità alcoliche consentite, sale in auto e si appresta a tornare a casa. Presumibilmente non si sentiva alterato, in quanto non aveva utilizzato la possibilità di far guidare l’altra persona che era con lui. Fermato da Agenti e risultato positivo all’alcol test gli è ritirata la Patente di giuda per un periodo di almeno 6 mesi e deve pagare una multa di circa 700€, entro 5 gg. dal fatto, se no la cifra sarebbe aumentata. Ricordiamo che il giovane è incensurato e al primo ritiro della Patente. Importante anche rilevare che il giovane lavora da poco tempo in una fabbrica sita lontano dalla casa di famiglia in cui risiede, quindi necessita dell’auto per recarvisi. Tale auto è stata comprata a rate, egli non la potrà più guidare, ma dovrà continuare a pagarla. Nei casi più gravi, di maggior rilevanza penale, tale auto sarebbe potuta essere sottoposta a fermo amministrativo o a sequestro.
Il nostro protagonista si sarà certamente, per sbrigare tale pratica, dovuto rivolgere a un consulente o un avvocato, che avrà dovuto regolarmente pagare. Nel caso del discesa nel Penale poi può essere che gli avvocati da contattare siano addirittura due. Sicuramente in quest’ultima fattispecie penale non avrà pene ulteriori, anche se dovrà effettuare dei lavori socialmente utili. Dovrà anche seguire tale pratica in modo che il reato penale sia, essendo alla prima occorrenza, cancellato dalle fedina penale dopo un po’ di mesi. Ma solo per la prima volta, se no sarà segnato e non è bello soprattutto se devi fare concorsi pubblici e iscriverti oggi a certi Partiti o Movimenti.
Sui lavori socialmente utili si deve poi aprire una parentesi. Derivano dalla logica settecentesca del lavoro come riabilitante in sé e per sé. Ma sono davvero utili? Fatti spesso e giustamente per un pugno di ore (nei casi meno gravi 10-12 ore) in ambienti gestiti da persone non certo interessate e preparate alla rieducazione tali soggetti a cui è stata ritirata la patente, diventano una vera e propria fatica inutile per tutti: gestori e persone che stanno scontando la pena. Spesso i gestori dei servizi non sanno cosa far fare a questi condannati. Credo che un giorno di guardina avrebbero più significato e effetto, ma questo è un mio parere.

Ma torniamo al giovane in questione. Egli, diremo ovviamente, non ha soldi da parte per pagare una multa, almeno per una cifra così importante. Se fosse solo, se non avesse, come si dice, una famiglia dietro le spalle, non potrebbe pagarla o non la potrebbe pagare in un tempo così rapito. Quindi l’entità del danno economico aumenterebbe. Senza patente non potrà poi più andare al lavoro: circa 1.30 ora per andare e forse altrettanto per tornare, con mezzi pubblici e a piedi, quindi presumo lo perderebbe.
Posto che ha una famiglia la sua multa è stata pagata (attingendo agli risparmi scarsi) e i familiari (quelli liberi da impegni lavorativi) per circa 6 mesi lo accompagneranno e lo andranno a prendere al lavoro. Se vi par poco, ma piuttosto che perda il lavoro questo e altro, dicono. Quindi anche la vita di quel ragazzo e di quella famiglia dovrà cambiare e non poco negli aspetti positivi. Lui ovviamente potrà invece ubriacarsi tutti i sabati, posto che lo conducano in auto gli amici, anche se ciò non credo accadrà nel caso in questione.

È uno scenario reale. Ciò è avvenuto, e sta avvenendo, non è un caso di studio. Senza la propria famiglia, al ragazzo la vita sarebbe cambiata in modo drastico e, come si diceva, si sarebbe rovinato e avrebbe perso le poche possibilità di integrazione sociale che hanno i giovani oggi.
Certo il ragazzo è colpevole di aver infranto il Codice della strada, ma la pena per il suo delitto è spropositatamente alta, come direbbe il Beccaria. Se già così si trova a pagare troppo, se non avesse avuto aiuto sostanziale, si sarebbe trovato nella situazione di rovinarsi economicamente e psicologicamente? Direi di sì.

Ovviamente il reato da lui commesso avrà altre conseguenze. Dovrà subire visite mediche ufficiali (pagando visite, esami e bolli, circa 120,00 Euro a volta) per riottenere la Patente in cui valuteranno non solo il suo livello alcolico attuale, ma in generale la condizione del fegato, che negli adulti bevitori abituali (non certo alcolisti) è difficile da tenere a bada. Ma che senso ha questa indagine? Si confonde un abuso occasionale connesso alla giuda di un veicolo, con l’uso di alcol che può essere scelto, in modo certo discutibile, ma non connesso per forza all’uso di un’auto e poi della propria vita uno fa quello che vuole, o almeno per gli adulti è sempre stato così.

Presumibilmente al nostro personaggio la patente gli sarà rilasciata, superate le prove della suddetta Commissione, all’inizio per 1 anno, dopo questo primo rinnovo per 2 anni, trascorsi i quali e superato l’ennesimo esame della Commissione, forse potrà ritornare alla normale scadenza decennale, tutto ciò in riferimento a fatti svoltosi almeno 3 anni prima. Quindi almeno tre visite da pagare, ma il tutto si può complicare. In questa fase, se l’interessato devesse sottoporsi a un esame di guida per ottenere una patente di grado superiore o per motocicletta o che so, anche in piena validità della patente, dovrà ugualmente sottoporsi agli esami della Commissione. E pagare…
In alcuni casi, non in tutti, e questo è un altro mistero, i componenti della Commissione medica potranno obbligarlo a sottoporsi ad altra analisi per valutare il suo eventuale utilizzo di sostanze stupefacenti, anche se la patente è stata ritirata per alcol. Si è visto anche questo. E giù altri esami e costi anche solo per un sospetto.
Va altresì notato, anche se non è fondamentale, che suddette Commissioni patenti, sono composte per lo più da medici che vi operano in Libera professione, vale a dire che oltre al loro lavoro normale, ricevono un gettone aggiuntivo per tale attività. Perché?

Mi chiedo: tutto questa severissima normativa, che farà entrare denaro nelle casse delle Amministrazioni, dei medici e degli avvocati, avrà un effetto dissuasivo e deterrente del più generale comportamento negativo di salire in auto, dopo aver bevuto un po’ troppo? Direi di no:

  1. Perché nessuno sa quante patenti vengono ritirate e soprattutto quante persone indulgono nel bere: pertanto tutti pensano di scamparla. Tutti credono che a loro non toccherà mai.
  2. Non si ha la percezione dell’alterazione alcolica ai livelli più bassi.
  3. Tanti sono i casi di recidiva.
Non voglio toccare questo aspetto, perché di fronte ai recidevi si tratta forse d’inasprire le pene e soprattutto chiedersi le ragioni di ciò. Come non inserisco in questo mio discorso l’essere colti in stato di ebrezza dopo aver provocato un incidente. Tratto del fenomeno di ritirare la patente in modo preventivo, connesso alla supposizione che ciò diminuirà il numero di incidenti. Come direbbe Beccaria, la società applica, in questo caso, il diritto di autodifesa in modo preventivo rispetto all’esecuzione di un delitto. Ci son barzellette e farse su questo comportamento. Ma i nostri Ben Pensanti non se ne accorgono tanto a loro non accadrà mai …

Perché il ritiro della patente preventiva, forse sarebbe sufficiente l’impedirgli di guidare fino allo smaltimento dell’intossicazione alcolica e una multa non così elevata.

Ma ritornando al nostro ragazzo colpevole di giuda in stato di ebrezza, mi chiedo anche: tutto ciò avrà un effetto dissuasivo sul suo futuro comportamento di salire in auto dopo aver bevuto un po’ troppo. Direi di sì. Forse smetterà di bere o forse si comprerà un alcol test portatile o non userà più l’auto. Di fatto lui sarà certo di aver subito un’ingiustizia grave.

Mi avviso alle conclusioni.

  1. Dovrebbe essere prevista dalla legge una sorta di salvacondotto a chi è stato colto in stato di ebrezza non elevata per la prima volta; in chi, come è accaduto a tanti, era fermo, cioè con l’auto o col mezzo che conduceva non in movimento, anche se col motore acceso, al momento dell’intervento degli agenti; in chi, ed è accaduto anche questo, era in biciletta. Per poi inasprire le pene nei casi di recidiva. Ricordando poi anche che una pena pecuniaria non ha il medesimo effetto per un ricco e per un povero.
  2. In altri Stati poi, a fronte di pene più severe in caso di giuda in stato di ebrezza, si propongono al momento della constatazione del reato prove funzionali legate alla capacità di reggere l’alcol: ti chiederanno di eseguire alcuni esercizi acrobatici; stare su una gamba sola; camminare su una linea retta immaginaria o recitare l’alfabeto, seguite nei casi evidenti da esami esatti fatti in laboratori di analisi, non semplici rilevazione con strumenti portatili, spesso non ben tararti, come accade in Italia.
Ma alla Pubblica amministrazione italiana non serve ribadire la sensatezza della sanzione, le è sufficiente cogliere in fallo una persona, punirla, incassare denaro e far guadagnare ad altri parcelle, e credere così di aver fatto prevenzione.
Così non si previene nulla si propone solo ingiustizia, che allontana il cittadino dal rispetto della legge, piuttosto che avvicinarlo ad essa e si incassano soldi sporchi e maledetti.